martedì 1 dicembre 2009

"Morire per delle idee,l'idea è affascinante,Per poco io morivo senza averla mai avuta.."

E' con questo primo verso di una poesia musicata(come solo le canzoni di De Andrè sanno essere) che dò il ben venuto anch'io a questa nuova avventura nata,forse per gioco, in un curioso asse Gorizia-Milano.
Quello che mi spinge a scrivere è in realtà una NECESSITA',poichè impaurita dall'incapacità di non riuscire più a pensare ho deciso di ricominciare ad usare la scrittura per esprimere tutte le frustrazioni, cui una realtà che non mi rappresenta mi sottopone quotidianamente, e tutte le idee ,che da combattente nel pieno delle forze, il mio cervello giovane può produrre.
Cagione della mia decisione è stata ,forse, la consapevolezza di aver riposto per tanto,troppo tempo ,oramai, l'arma più potente che i "generali di vent'anni" hanno a disposizione:la capacità di immaginare utopia.
Sempre di più la mia generazione si pregna di disillusione,di incapacità di pensare una grande svolta,di produrre idee che possano cambiare quanto di marcio e malato c'è nella nostra società al profumo di "mamma,mafia e mandolino";sempre di più vedo tutti intorno a me arrendersi,sempre di più CI arrendiamo ad una realtà che è in continuo degrado, pensando ormai di non poter cambiare niente.
Ebbene, il mio(e credo il nostro) intento è quello di remare contro questa marea che sembra sommergere tutto e tutti,con una piccola zattera costruita in modo fortuito ,forse,ma tenuta insieme da corde spesse e forti, che sono i miei pensieri e i pensieri di chi come me non vuole affondare,costi quel che costi.
Questa non vuole essere un'iniezione di ottimismo a tutti i costi(visto che c'è rimasto ben poco per cui esserlo),nè tanto meno un
nostalgico richiamo di eco sessantottina;quanto,piuttosto,un invito:alla riflessione,alla critica,al fruire libero e veloce delle idee da qualunque persona queste provengano,qualunque sia il vessillo che rappresentino,qualunque argomento queste riguardino perchè il confronto non può che essere l'unico antidoto alla metastasi che sembra sovrastarci.
"Morire per delle idee" è quello che ha distinto tutti i grandi uomini della storia;chi rimane in ombra aspettando che siano gli altri a prendere le redini del suo destino per paura che "sia un'altra l'idea giusta,un altro il movimento" senza mai prendere parte direttamente,non può che essere destinato a soccombere.
Ebbene,io credo che la patologia maggiore di questa nostra società sia proprio quella di promuovere il disinteresse,di premiare l'ignavia,di esaltare la mediocrità del pensiero,di far si che quanto c'è di meraviglioso,innovativo e geniale nel nostro paese prenda il largo per lidi più felici(come d'altronde Celli ha invitato a fare al figlio).Certo,come biasimare chi con enormi sacrifici ha raggiunto livelli di eccellenza ,in qualsiasi ambito, e decide di raccogliere i meritati frutti del suo lavoro altrove?Come puntare il dito verso chi decide di non affondare insieme al sistema Paese e scappa,lontano, come dovettero fare un'enorme massa di pensatori nella prima metà del novecento,allontanandosi dalla Germania e dall'Italia perchè non più liberi di manifestare il proprio pensiero e ostacolati nelle loro ricerche da una politica ostruzionista?
Siamo dunque ridotti ad una situazione peggiore della dittatura esplicita, che deliberatamente e senza filtri soffocava le voci dissimili dal coro;siamo di fronte ad una dittatura della mediocrità latente,che si taccia di democrazia ma che non è in grado di alimentare nelle menti del domani la speranza,l'immaginazione,la consapevolezza che "tutto arriva a chi lotta per guadagnarselo con le unghie e con i denti";sponsorizzando ,invece, una "oligarchia dell'apparire",in cui pochi personaggi cinici e senza valori ostentano ricchezza e opulenza diventando i modelli per migliaia di adolescenti e trenenni.
Mi chiedo dunque:"Cosa raccontare agli stranieri che in giro per l'Europa mi chiedono "ma come fate ad avere ancora una classe politica del genere?"
Come spiegare che la mafia nel mio Paese è l'impresa dal fatturato netto più alto?
Come giustificare le sparate xenofobe dei vari Maroni,Borghezio & co. che puntualmente ci cagionano richiami dall'Unione europea?
Come motivare l'ingerenza del Vaticano che paralizza tutti i progetti di legge su unioni civili e fecondazioni assistite, che ci porterebbero finalmente ad un livello di accettabile comparabilità con i maggiori Paesi democratici?"
Cosa racconteremo un giorno,noi vent'enni "non dormienti"(richiamando Eraclito) alle generazioni che verranno dopo di noi, quando ci porranno l'interrogativo "perchè siete scappati?,perchè non siete rimasti a lottare,perchè TUTTI QUELLI CHE POTEVANO hanno scelto la via più facile dell'esilio volontario?"
Non lo so,non lo so ora e forse non lo saprò nemmeno quando questa domanda mi verrà fatta dai miei figli(se mai un giorno ne avrò)ma so che non voglio smettere di interrogarmi per trovare le risposte,non voglio accontentarmi di esistere,voglio vivere e partecipare ,da donna libera,al destino mio e del mio Paese.


[...]"le bandiere rosse dalle miniere andarono ai villaggi,entrarono nelle città e nei solchi,girarono con ruote ferroviarie,assunsero le basi del cemento,invasero casali,strade,piazze,fabbriche annerite dalla polvere,piaghe coperte dalla primavera:TUTTO CANTO' E LOTTO' PER VINCERE NELL'UNITA' DEL TEMPO CHE FA L'ALBA.[...] P.Neruda

che tutto possa cantare e lottare per vincere nell'unità del tempo che fa l'alba anche per noi,amici miei.

-Elettra-

2 commenti:

  1. Ciao Ambra! Tu hai scritto:"Siamo dunque ridotti ad una situazione peggiore della dittatura esplicita, che deliberatamente e senza filtri soffocava le voci dissimili dal coro"

    ti commento così apriamo finalmente qualche dibattito. Io non mi sento di dirmi d'accordo con questa parte di scritto. Sul serio pensi che una dittatura esplicita possa essere meglio? Certo, chi era dissidente in dittatura era molto più coraggioso di chi lo è in democrazia, su questo non c'è dubbio, ma veramente possiamo affermare che siamo in una situazione peggiore della dittatura esplicita? Se ho interpretato male, spiegami meglio

    Lollo

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  2. Si,effettivamente il mio scritto poteva risultare poco chiaro a riguardo:quello che volevo dire e in cui a mio avviso si sostanzia la situazione peggiore dell'Italia di oggi rispetto a quella del ventennio, è che quanto meno prima era pubblicamente nota la situazione;si sapeva cosa si doveva o non doveva fare,si sapeva cosa si poteva o non poteva pensare,si sapeva a quali idee conformarsi ed era chiaro a tutti che si era in dittatura.
    Oggi,(come d'altronde in maniera seppur diversissima è successo in Russia)siamo di fronte ad una situazione in cui una gran parte dei nostri concittadini è convinta di vivere in una "democrazia normale" non rendosi conto delle trasformazioni subdole che il berlusconismo ha comportato nella società,nello sconvolgimento dei ruoli istituzionali,nei valori dei 15enni...per questo,per questa trasformazione tacita e irreversibile credo che oggi sia,in un certo senso,peggio che "ieri".Non c'è dubbio che non esiste nulla di peggiore che la dittatura,tuttavia quando questa si realizza in una forma più subdola e meno facilmente riconoscibile come "dittatura dei valori,degli modelli di comportamento"(quasi tutti oggi vedono nell'arrampicamento sociale a spese del rispetto delle leggi e della rettitudine morale,un esempio da fare proprio)può essere,a mio avviso,peggiore.
    Lo stato di Non-diritto è peggiore di quello dittatoriale.
    La convinzione radicata nella gente della legittimità del delinquere è peggiore di quella di dover obbedire alle decisioni di uno solo.
    Non parlo della situazione di chi oggi come ieri trova il coraggio di opporsi(che,come hai ben sottolineato tu,era sicuramente peggiore quando "c'era lui")ma di quella di chi ,oggi come ieri, si conforma.

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