sabato 12 dicembre 2009

Racconti di uno

Da giorni prima di vederlo il mare era un odore
Un sudore salato, ognuno immaginava di che forma.

Sarà una mezza luna coricata, sarà come il tappeto di preghiera,
sarà come i capelli di mia madre.

Beviamo sulla spiaggia il tè dei berberi,
cuciniamo le uova rubate a uccelli bianchi.

Pescatori ci offrono pesci luminosi,
succhiamo la polpa da scheletri di spine trasparenti.
L’anziano accanto al fuoco tratta con i mercanti
Il prezzo per salire sul mare di nessuno.

(…)

Notte di pazienza, il mare viaggia verso di noi,
all’alba l’orizzonte affonda nella tasca delle onde.

Nel mucchio nostro con le donne in mezzo
Un bambino muore in braccio alla madre.

Sia la migliore sorte, una fine da grembo,
lo calano alle onde, un canto a bassa voce.

Il mare avvolge in un rotolo di schiuma
La foglia caduta dall’albero degli uomini.

(...)

Vogliono rimandarci, chiedono dove stavo prima,
quale posto lasciato alle spalle.

Mi giro di schiena, questo è tutto l’indietro che mi resta,
si offendono, per loro non è la seconda faccia.

Noi onoriamo la nuca, da dove si precipita il futuro
che non sta davanti, ma arriva da dietro e scavalca.

Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo.
Nemmeno gli assassini ci rivogliono.

Rimetteteci sopra la barca, scacciateci da uomini,
non siamo bagagli da spedire e tu nord non sei degno di te stesso.

La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,
nostra patria è una barca, un guscio aperto.

Potete respingere, non riportare indietro,
è cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata.

(...)

Faremmo i servi, i figli che non fate,
nostre vite saranno i vostri libri d’avventura.

Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino,
l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso.


Erri De Luca


1 commento:

  1. E' una poesia bellissima. Anche se noi tutti la leggeremo davanti al nostro computer, rinchiuso in una stanza, penso che sia un testo che faccia molto riflettere.
    Hai fatto bene Vero.
    Ricordi la nostra prima lettura davanti all'oceano e all'Africa? Nel mare di Tarifa e Tangeri questa poesia è normalità che si ripete quotidianamente, ora dopo ora.
    E' un problema reale! Non è lontano da noi! Guardiamoci intorno: 10km Gorizia-Gradisca, 10 km casa Cavour-Centro di identificazione ed espulsione. 10 km: un altro mondo, altri problemi.
    Ma...sono davvero ALTRI problemi?
    Come integrare l'idea di uguaglianza, di cui l'Europa si è fatta paladina, con la legalità e la necessità di mantenere un certo ordine sociale?
    E' una domanda essenziale non solo per chi si occuperà di politica, ma anche per chi legge, come dice Erri De Luca, Omero, Dante, per chi ascolta la musica dei cantautori, per chi legge il Vangelo, per chi studia.
    Penso che sia doveroso, per noi che studiamo, cercare di risolvere questa contraddizione, che dite?
    Ma...no, risolvere è inappropriato. Semplicemente perchè non parlarne? L'intento dell'autore è secondo me proprio questo: provocare i nostri pensieri.

    Sperando che questo accada vi metto un link ad un blog molto interessante che tratta il problema che questa poesia denuncia:

    fortresseurope.blogspot.com

    Lollo

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